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Tempo libero Letteratura
venerdì 4 ottobre 2013 
L'analisi quasi estrema delle parole e del linguaggio fu la base di partenza dei filosofi sofisti, maestri di virtù e delle persuasione. Questi intellettuali dell'antica Grecia basavano le loro dissertazioni filosofiche proprio sul significato intrinseco che è racchiuso da ogni parola e dalla forza che da essa viene generata. Questa loro ricerca assidua fu oggetto di studio tra gli intellettuali europei del V secolo che si interrogarono sull'analisi del linguaggio e appunto delle parole.
L'usare le parole giuste rendendo la giusta enfasi a ognuna di esse rappresenta il primo passo che un buon oratore deve compiere per realizzare il suo scopo, e cioè quello di catturare ed estasiare la folla o la platea che lo ascolta. In questo i sofisti non conoscevano rivali e per questa ragione ancora oggi sono maestri di oratoria indiscussi e vengono studiati a più di 2000 anni dalla loro scomparsa. La dottoressa Paola Scollo, laureata in Scienze dell’Antichità presso l’Università di Pisa, nel suo saggio Sui "grandi Sofisti" Ippia di Elide tra critica letteraria e "polymathia", cerca di percorrere gli studi effettuati nel V secolo per capire la valenza che gli insegnamenti sofistici hanno avuto nel corso della storia dell'oratoria.
Soggetto principale del saggio è infatti lo scoprire quanto sia stata iportante l'arte oratoria greca per i posteri sia di epoca romana che medievale, partendo dai dialoghi platonici Ippia Minore e Ippia Maggiore per esaminare il lavoro esegetico di Ippia di Elide. Esiste un intreccio indissolubile tra l'analisi letteraria, linguistica, ed etico-morale poiché lo scopo della riflessione filosofica è quello di estrapolare comportamenti da proporre come esempio di virtù (αρετή). Il testo è in vendita presso la casa editrice GB EditoriA o online all'indirizzo http://www.gbeditoria.it/sofisti.htm. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Christian Vannozzi - vedi tutti gli articoli di Christian Vannozzi
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Tempo libero Letteraturavenerdì 4 ottobre 2013
L'analisi quasi estrema delle parole e del linguaggio fu la base di partenza dei filosofi sofisti, maestri di virtù e delle persuasione. Questi intellettuali dell'antica Grecia basavano le loro dissertazioni filosofiche proprio sul significato intrinseco che è racchiuso da ogni parola e dalla forza che da essa viene generata. Questa loro ricerca assidua fu oggetto di studio tra gli intellettuali europei del V secolo che si interrogarono sull'analisi del linguaggio e appunto delle parole. L'usare le parole giuste rendendo la giusta enfasi a ognuna di esse rappresenta il primo passo che un buon oratore deve compiere per realizzare il suo scopo, e cioè quello di catturare ed estasiare la folla o la platea che lo ascolta. In questo i sofisti non conoscevano rivali e per questa ragione ancora oggi sono maestri di oratoria indiscussi e vengono studiati a più di 2000 anni dalla loro scomparsa. La dottoressa Paola Scollo, laureata in Scienze dell’Antichità presso l’Università di Pisa, nel suo saggio Sui "grandi Sofisti" Ippia di Elide tra critica letteraria e "polymathia", cerca di percorrere gli studi effettuati nel V secolo per capire la valenza che gli insegnamenti sofistici hanno avuto nel corso della storia dell'oratoria.
Soggetto principale del saggio è infatti lo scoprire quanto sia stata iportante l'arte oratoria greca per i posteri sia di epoca romana che medievale, partendo dai dialoghi platonici Ippia Minore e Ippia Maggiore per esaminare il lavoro esegetico di Ippia di Elide. Esiste un intreccio indissolubile tra l'analisi letteraria, linguistica, ed etico-morale poiché lo scopo della riflessione filosofica è quello di estrapolare comportamenti da proporre come esempio di virtù (αρετή). Il testo è in vendita presso la casa editrice GB EditoriA o online all'indirizzo http://www.gbeditoria.it/sofisti.htm. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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